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Yuval Noah Harari e la posta in gioco in Ucraina

In un articolo sull’Economist del 9 febbraio, lo scrittore israeliano Yuval Noah Harari, autore di “Sapiens” (2014) e “Homo Deus” (2016), afferma che la crisi Ucraina ci riporta a una questione fondamentale intorno alla natura della storia e alla natura dell’umanità: il cambiamento è possibile o gli uomini sono condannati inevitabilmente a ripetere le tragedie belliche del passato? La risposta di Harari è che la guerra non è una legge naturale. Essa dipende dall’evolversi delle condizioni tecnologiche, economiche e culturali. Le armi nucleari hanno trasformato la guerra in un folle atto di suicidio collettivo, costringendo le superpotenze a trovare modi meno violenti per risolvere i conflitti. Contemporaneamente, l’economia globale si è trasformata da un’economia basata sui beni materiali a un’economia fondata sulla conoscenza. A differenza delle risorse minerarie, la conoscenza non può essere depredata con la forza e ciò ha determinato un calo della profittabilità della guerra. Il declino delle guerra è evidente in numerose statistiche e ciò si è tradotto, da punto di vista psicologico, in un nuovo significato che l’umanità dà alla parola pace, intesa non più come la temporanea assenza di guerra ma come la condizione naturale della nostra esistenza. La guerra è diventata sempre più inconcepibile. 

Negli ultimi decenni i governi di tutto il mondo si sono sentiti abbastanza sicuri da spendere in media solo il 6,5% circa dei loro budget per le forze armate, e da indirizzare molte più risorse per l’istruzione, l’assistenza sanitaria e il welfare, ribaltando così un trend secolare. Tuttavia ulteriori cambiamenti in campo tecnologico, economico e culturale possono nuovamente modificare il valore attribuito alla guerra. La minaccia russa di invadere l’Ucraina sta riportando il mondo a un passo dalla ricaduta nel mondo della giungla. Che ciò non rappresenti una scelta inevitabile è testimoniato dalla storia stessa dell’Ucraina che per molte generazioni non ha conosciuto altro che la tirannia e la violenza (l’autocrazia zarista, la carestia e il terrore stalinista, la brutalità nazista e di nuovo la dittatura comunista). Eppure, una volta caduta l’Unione sovietica, si è risollevata nonostante la grande povertà e ha stabilito una democrazia, scegliendo ripetutamente di difenderla nonostante le minacce autocratiche provenienti dall’esterno. Sosteniamo questa scelta, preserviamo la pace.   

Più informazioni a questo link: 
https://www.economist.com/by-invitation/2022/02/09/yuval-noah-harari-argues-that-whats-at-stake-in-ukraine-is-the-direction-of-human-history