Il convegno si terrà a Milano i giorni 28 e 29 settembre 2017 in collaborazione con l’Università degli studi di Milano “Bicocca” organizzato dalla Società italiana di storia del lavoro (SISLav). Per gli studi dedicati al lavoro nelle campagne, l’introduzione del concetto di pluriattività ha costituito una svolta significativa. Così come il più ampio punto di vista del rurale ha condotto ad un’apertura del mondo agricolo, l’attenzione alle maniere di integrare e di articolare le differenti attività ha permesso di trasformare lo sguardo sulle forme di organizzazione economica e sociale del mondo contadino e dei suoi spazi materiali e simbolici. D’altra parte, la tematica della pluriattività ha l’indubbio merito di situarsi al crocevia delle piste più recenti di rinnovamento della storia rurale: essa ha giocato infatti un ruolo fondamentale nella rivalutazione della figura del piccolo produttore, non più vittima impotente e relegata ai margini del mercato, ma attore capace di rompere l’immagine tradizionale delle campagne immobili, dal punto di vista tanto geografico quanto economico e sociale.
Negli anni Ottanta in particolare, gli studiosi italiani e francesi dedicano un’attenzione particolare al fenomeno, tanto come strumento per indagare le trasformazioni più recenti, che come oggetto per analisi di lunga durata. In Francia, patria per antonomasia della piccola proprietà contadina, la pluriattività sembra emergere non come un semplice stratagemma per sopravvivere, ma come lo strumento di rivalutazione di un mondo contadino che la modernizzazione ha relegato ad universo immobile e di cui Henri Mendras ha annunciato la fine imminente. In un contesto per certi versi simile, gli studi italiani sulla pluriattività sembrano prendere coscienza di pratiche già raccontate nelle testimonianze che avevano dato direttamente voce al mondo contadino.
L’immagine dell’operaio-contadino e, più in generale, le figure miste e l’interconnessione fra città e campagne sono una costante degli studi dedicati ai processi di proto-industrializzazione o di modernizzazione delle campagne. Il modello della pluriattività sembra tuttavia identificare una tappa ulteriore, capace di superare le frontiere tradizionali tra urbano e rurale, tra agricolo ed extra-agricolo, individuando interconnessioni economico-sociali e dimensioni geografiche che possono contribuire a ridefinire le consolidate coordinate di lettura dicotomica del territorio come prodotto dell’azione umana.
Se Maurice Aymard ha messo in evidenza come l’autosufficienza sia il privilegio di un ristretto gruppo di aziende agricole di medie dimensioni, la pluriattività diviene lo strumento per interrogare le vicende di un vasto universo contadino spesso confrontato alla precarietà, ma estremamente reattivo e capace di adattarsi al mutare delle condizioni. Tanto in Italia quanto in Francia, il dibattito sulla pluriattività corrisponde tuttavia all’ultimo atto di una stagione di studi in cui la storia rurale ha giocato il ruolo di protagonista. Non è così in altri contesti, si pensi ad esempio ai lavori recenti intorno alla categoria di “integrated rural economy” proposta da Aleksander Panjek a partire dal caso sloveno o al progetto portato avanti del network CORN (Comparative Rural History of the North Sea Area). D’altra parte, proprio alcune delle tematiche al centro dei volumi pubblicati nella collana omonima presso Brepols Publishers sembrano indicare nuove piste (es. questione alimentare, impatto ambientale) per future ricerche capaci di rinnovare le prospettive di ricerca sul ruolo delle campagne. Il punto di vista della pluriattività diviene così l’occasione per interrogare le pratiche degli attori sociali in un orizzonte di lunga durata ed al di là delle frontiere del lavoro strettamente agricolo e dei confini dello spazio sociale rurale.
Questi gli interventi previsti: Integrated peasant economy in Slovenia, Italy, Sweden, and Japan (15th–20th c.) (Aleksander Panjek, Jesper Larsson, Luca Mocarelli), Aleksander Panjek (University of Primorska): Integrated peasant economy in Slovenia and beyond, Jesper Larsson (Swedish University of Agricultural Sciences, Uppsala): The Commons in an integrated peasant economy in early modern northern Scandinavia; Luca Mocarelli – Paolo Tedeschi (Università degli Studi di Milano “Bicocca”): Household income strategies in the Lombard valleys: Persistence and loss of the equilibrium (18th – 20th c.); Žarko Lazarević (Contemporary History Institute, Ljubljana): Peasant economy in interwar Slovenia – Policies of income diversification; Štefan Bojnec (University of Primorska): Concepts on income integration in contemporary rural economics; Mestieri e pluriattività, interventi di Giorgio Sacchetti (Università degli Studi di Padova), Contadino-minatore: pluriattività, mobilità e nuove identità sociali nell’Italia del primo Novecento; Ortega Chinchilla (Centro de História d’Aquém e d’Além Mar Universidade Nova de Lisboa / Universidade dos Açores), La importancia de la lactancia asalariada en las economías campesinas del sur de España: las amas de leche en Granada en el siglo XVIII, Claudio Panella (Università di Torino), Gli ultimi testimoni della civiltà dell’ulivo: i contadini-marinai dei romanzi di Francesco Biamonti, Gianpiero Fumi (Università Cattolica del Sacro Cuore), Impossibile o nascosta? Il problema della pluriattività nelle aree di agricoltura intensiva della Valle Padana (1800-1950); sessione Pluriattività, mobilità e relazioni di lavoro, interventi di Tommaso Caiazza (Università Ca’ Foscari di Venezia), Pluriattività e mobilità nel mercato del lavoro agricolo “razzializzato” della California di inizio Novecento, Grazia Sciacchitano (European University Institute), Pluriactivity and agricultural Changes in Sicily and Andalusia, 1950s and 1960s, Maria Papathanasiou (University of Athens), Subsistence economy, pluriactivity and family labour in rural Austria during the first decades of the 20th century, Maria Antónia Pires de Almeida (Centre for Research and Studies in Sociology, Universtity Institute of Lisbon), The Agrarian Question in the History of Portugal and the new rural world. Sessione Pluriattività montane (part 1) relazioni di Murugeshapandian Arivalagan (Madras Institute of Development Studies), Writing a Rural Social Space: Mountain Forests and Tribal Community in South India, Luca Mocarelli, Paolo Tedeschi (Università degli Studi di Milano “Bicocca”), Pluriactivity and plurispecialisation vs technological innovation? Some cases in the Alpine valleys (18th-20th centuries), Edoardo Demo (Università degli Studi di Verona), Giulio Ongaro (Università degli Studi di Milano “Bicocca”), Pluriattività e sviluppo economico: il caso delle aree pedemontane venete tra Medioevo ed Età Moderna, Francesco Vianello (Università degli Studi di Padova), Pluriattività, manufatture rurali e riconversioni produttive nell’alto vicentino dell’età moderna. Sessione Pluriattività montane (part 2), interventi Augusto Ciuffetti (Università Politecnica delle Marche), Pluriattività e mobilità in aree montane. L’Appennino umbro-marchigiano nel XIX secolo; Giancarlo Marchesi (Centro Valsabbino di Ricerche Storiche), «La febbre del tondino». Il contributo del ceto rurale allo sviluppo dell’industria siderurgica nelle valli bresciane (1945-1960); Alessio Fornasin, Claudio Lorenzini (Università di Udine), Pluriattività nelle montagne: il rapporto risorse-lavoro nel caso friulano in età moderna. Sessione Dimensioni multiple del lavoro nella produzione rurale e articolazioni del potere in Africa sub-sahariana: prospettive storiche, politiche ed economiche (part 1), interventi di Stefano Bellucci (International Institute of Social History, Amsterdam), Le evoluzioni storiche del lavoro agricolo in Africa orientale, Gian Luca Podestà (Università degli Studi di Parma), Agricoltura di piantagione, lavoro coatto e migrazioni forzate. Il caso della Somalia negli anni Trenta, Massimo Zaccaria (Università degli Studi di Pavia), La parabola della “valorizzazione”. Contadini, prodotti e metodi di coltivazione nell’Eritrea coloniale (1890-1913), Donatella Strangio (Università di Roma “Sapienza”), Strategie migratorie e mercato del lavoro in Eritrea e Somalia (1936-1970). Sessione Dimensioni multiple del lavoro nella produzione rurale e articolazioni del potere in Africa sub-sahariana: prospettive storiche, politiche ed economiche (part 2), relazioni di Corrado Tornimbeni (Università di Bologna), Dal lavoro forzato ai “produttori emergenti”. Sviluppo rurale e articolazioni del lavoro in Mozambico in prospettiva storica; Mario Zamponi (Università di Bologna), Stato, potere e produzione rurale nelle colonie dei settlers. La Rhodesia; Karin Pallaver (Università di Bologna), Target workers? Salari, lavoratori agricoli e stato coloniale in Kenya (1900-1950); Ferruccio Ricciardi (Laboratoire interdisciplinaire pour la sociologie économique (Cnrs-Cnam) e Centre Maurice Halbwachs (Cnrs-Ehess-Ens), Parigi), L’istituzione salariale alla prova del “lavoro indigeno”: contratti e diritti nelle campagne dell’Africa nera tra le due guerre. Sessione Pluriattività e trasformazione agricola, relazioni di Jesús-Ángel Redondo Cardeñoso (Universidad de Évora), Delincuencia y supervivencia de los campesinos en Portugal: el Alentejo Central a principios del siglo XX, Llorenç Ferrer-Alos (Universitat de Barcelona), Mercado de trabajo, pluriactividad y movilidad social en la Cataluña vitícola: mossos, rabassaires, quartaires y masoveros (siglos XVIII-XIX), Romain Bonnet (European University Institute), Pluriactivités patronales et mondes ruraux dans l’Europe du Sud (vers 1860-1930) : Les cas Zuccaro (Nardò, Pouilles, Italie) et Díaz Cordovés (Corral de Almaguer, Manche, Espagne), Henrik Mattjus (University of Tampere), Civil engineering in the Finnish countryside in 1920s and 1930s – Self-help and pluriactivy in the spatial arrangement of the small farms.
A questo link il programma completo e tutte le informazioni pratiche per partecipare al convegno:
http://www.storialavoro.it/convegno20160/