Si indaga a fondo l’impegno lavorativo delle donne in epoca moderna e contemporanea, in un convegno che si tiene venerdì 22 marzo. Organizza la Società Italiana delle Storiche (grazie all’impegno di Nadia Maria Filippini, Paola Lanaro e Anna Bellavitis) che ha promosso nella prestigiosa sede dell’Ateneo di Via Tosio (presieduto dal prof. Sergio Onger) una giornata di studi in cui storiche (e storici) di diverse università si danno appuntamento venerdì 22 marzo dalle 9.30 alle18.30 per parlare di “Lavoro delle donne nelle città europee tra età moderna e contemporanea”.
Lo spunto per affrontare questo argomento è dato da un anniversario: cento ani fa, nel 1919, grazie alla legge Sacchi, per la prima volta veniva aperto alle donne l’accesso alle professioni in Italia. All’indomani della fine della Prima guerra mondiale si riconosceva anche formalmente (ma solo in parte) il ruolo che il genere femminile aveva avuto nello sforzo bellico, se non direttamente, in tutte le attività di supporto e sostegno al conflitto. “L’idea del convegno – sottolineano gli organizzatori, o meglio le organizzatrici – nasce dal desiderio di fare il punto delle ricerche e mettere a fuoco le caratteristiche del lavoro femminile nella lunga durata, cogliendone gli aspetti di continuità e le più importanti trasformazioni”. Due relazioni di apertura delineeranno il quadro delle caratteristiche fondamentali del lavoro femminile in età moderna e contemporanea, introducendo le relazioni successive che focalizzano una serie di figure e mestieri femminili emblematici, contestualizzandoli nel corso del tempo. Storia, ma anche cronaca. Passato, ma anche presente.
Una relazione finale infatti farà il punto sulla realtà e i problemi del lavoro delle donne ai nostri giorni.