Brescia capitale nazionale della storia economica. Si tiene venerdì e sabato presso la sede dell’Università Cattolica in via Trieste il convegno scientifico della Società italiana degli storici e economici. La Sise propone un confronto internazionale su “Il settore agro-alimentare nella storia dell’economia europea”. Le due giornate di studio saranno l’occasione – grazie anche alla presenza di studiosi e ricercatori italiani e stranieri – per mettere in luce un ambito della storia economica forse ancora poco conosciuto e esplorato. Il comparto dell’agro-alimentare, appunto, che può essere considerato crocevia tra agricoltura, turismo, impresa, disciplina all’incrocio tra differenti interessi e molteplici prospettive.
Nelle diverse sessioni verranno presi in esame casi di studio italiani ed europei riferiti ad esperienze produttive in epoca moderna e contemporanea dalla Lombardia alla Sardegna, dalla Slovenia alla Sicilia, all’Irpinia. L’analisi dei vari fattori legati alla produzione e alla lavorazione del vino, distillati, olio, agrumi, settore lattiero-caseario, frutta, fino al caffè e alla pesca, saranno al centro dei vari interventi.
E in vetrina verranno presentate anche alcune delle eccellenze bresciane come la filiera del formaggio Bagòss di Bagolino oppure della produzione dell’olio e degli agrumi del Garda: esperienze agro-alimentari di antica tradizione legate al territorio che negli ultimi tempi hanno ripreso vigore anche a livello internazionale per il pregio e la qualità che esprimono.
Perché la scelta di puntare sul tema dell’agro-alimentare per il convegno nazionale Sise? “Il comparto ha innegabili motivi di interesse – ha spiegato il professor Mario Taccolini, bresciano, e presidente nazionale della Sise – a cominciare dalla sua rilevanza dimensionale. Sia sul fronte dell’occupazione, sia sul versante del valore aggunto che genera, la sua rilevanza è davvero significativa sia in epoca moderna che contemporanea”.
Un settore dalle grande prospettive future anche in collegamento con lo sviluppo turistico del nostro paese…
“Certamente. Va detto – sottolinea ancora il professor Taccolini ordinario di storia economica in Cattolica – inoltre che all’interno di questo settore si trovano comparti produttivi decisamente innovativi in grado di mantenere e di ampliare quote di mercato anche nel corso di congiuntura negative, anzi offre la possibilità di recuperare terreno come accadde durante gli anni della ricostruzione post-bellica o nel periodo successivo alla crisi del 2008”.
(da Corriere della sera- Brescia, 20 settembre 2018)